< Uluka 14 >

1 Uru uwui wa Asabar, ma ribe akura ure unu, udan anyimo anu bezi urusa barki are imumare, anu wa zin unu wuza ume aje.
OR avvenne che, essendo egli entrato in casa d'uno de' principali de' Farisei, in giorno di sabato, a mangiare, essi l'osservavano.
2 Wa iri uye aje aweme unu ukoni usum utobi.
Ed ecco, un certo uomo idropico era [quivi] davanti a lui.
3 Yeso ma iki anu iso utize nan anu ubezi Urusa, “Ya wuna uri unu wuli Asabar a human unu nu, nani mmh?”
E Gesù prese a dire a' dottori della legge, ed a' Farisei: È egli lecito di guarire alcuno in giorno di sabato?
4 Ba wa ingara tik, ba Yeso ma mekime, ma human in me, ma ceki me ma dusa.
Ed essi tacquero. Allora, preso [colui] per la mano, lo guarì, e [lo] licenziò.
5 Bama gun we, “Aveni anyimo ashime ingima zin in ku zenki nani kubarka ku rizi uwa rono Asabar, mada suso kuni debe-debe ba?”
Poi fece lor motto, e disse: Chi è colui di voi, che, se il suo asino, o bue, cade in un pozzo, non lo ritragga prontamente fuori nel giorno del sabato?
6 Da wa kabirka me imum ba.
Ed essi non gli potevan risponder nulla in contrario a queste cose.
7 Sa Yeso ma ira cundesa abuku we u aye unigora wa zanka ti hira ti cukuno ti huma, ba ma nyawe ure ubata ma gusin we.
ORA, considerando come essi eleggevano i primi luoghi a tavola, propose questa parabola agl'invitati, dicendo:
8 Ingi uye ma beze we nigora na anya, kati uka cukuno ukwanko a huma, barki nani una hira me ma rani sa ma teki we.
Quando tu sarai invitato da alcuno a nozze, non metterti a tavola nel primo luogo, che talora alcuno più onorato di te non sia stato invitato dal medesimo.
9 Ingi desa ma bezi shi nigora me maaye, madi gun hu, 'nya unu ugino me ahira sa u cikini' Udi ku hiri in mu ime uka cukuno ahira an desa da wa bikiwe ba.
E che colui che avrà invitato te e lui, non venga, e ti dica: Fa' luogo a costui; e che allora tu venga con vergogna a tener l'ultimo luogo.
10 Ingi a bezi we nigora, uha uka cukuno ahira sa da azi ananuba, barki nigi desa ma beziu we nigora me ma aye, mada ke magunhu, 'Uruni' nyene aba ucukuno ni, abine ani uduku kem u nyezeni aje adesa in ciki nan we ahira anigora me.
Ma, quando tu sarai invitato, va', mettiti nell'ultimo luogo, acciocchè, quando colui che t'avrà invitato verrà, ti dica: Amico, sali più in su. Allora tu ne avrai onore appresso coloro che saranno teco a tavola.
11 Vat desa ma nyeze nice numeme, adi tuzo me, desa ma tuzo nice numeme adi nyezeme.
Perciocchè chiunque s'innalza sarà abbassato, e chi si abbassa sarà innalzato.
12 Yeso ma gun unu nume sa ma bezime, “Ingi udi bezi are Imumare inigora nani nigora, kati ubezi urom uwe, nani ami henu uwe, nani nikora nuwe, nani anu upuru uwe anu kem, kasi sa wada ke wa bezi hume, ya cukuno wa kurzo weni.
Or egli disse a colui che l'avea invitato: Quando tu farai un desinare, o una cena, non chiamare i tuoi amici, nè i tuoi fratelli, nè i tuoi parenti, nè i tuoi vicini ricchi; che talora essi a vicenda non t'invitino, e ti sia reso il contraccambio.
13 Ingi udi titi nigorah u nyari anu dira, nan adesa wa ke wa wu ure uwunaba, nan anu zatu tibuna nan arubo.
Anzi, quando fai un convito, chiama i mendici, i monchi, gli zoppi, i ciechi.
14 udi kem ure aje barki sa da wa zin unu nā u kurzo uweniba. Adi nyawe ure aje uwui u hira ana imumu i huma?”
E sarai beato; perciocchè essi non hanno il modo di rendertene il contraccambio; ma la retribuzione te ne sarà resa nella risurrezion dei giusti.
15 Unu inde sama ciki nan na nanu sa Yeso ma kunna ani me, magun me, “Ure aje ucukuno ahira desa madi ri a kura Asere”.
OR alcun di coloro ch'erano insieme a tavola, udite queste cose, disse: Beato chi mangerà del pane nel regno di Dio.
16 Yeso magun me, “Ure unu mani ma bezi nigora ni dang ma bezizi anu gbardang.
E Gesù gli disse: Un uomo fece una gran cena, e v'invitò molti.
17 Uganiya unigora u ē, ma tumi urere umeme maka guna an desa ma beziziwe, “Ayeni, amu mara ubara adadu Vat.
Ed all'ora della cena, mandò il suo servitore a dire agl'invitati: Venite, perciocchè ogni cosa è già apparecchiata.
18 Vat uwe, wa tubi u boo imum igebe sa idi kartiwe u aye ahira nigora me. Unu utuba magun me, “In zi unu ruu, indi ha inka ira, cekum in ha.
Ma in quel medesimo punto tutti cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: Io ho comperata una possessione, e di necessità mi conviene andar fuori a vederla; io ti prego abbimi per iscusato.
19 Uye magu, “Makwa inaa ya fara inu cibi in nyara in ka bata ini, Cekum in ha.
Ed un altro disse: Io ho comperate cinque paia di buoi, e vo a provarli; io ti prego abbimi per iscusato.
20 Uye magu, 'ma wuza a nya, barki anime inda kem u ayeba.
Ed un altro disse: Io ho sposata moglie, e perciò non posso venire.
21 Sa Urere ma ze ma buki Sakurame vat imum igino me, sakura ma kuna iriba, magun unu rere umeme, hana debe utarsi tina tini pin nan ti hira ti cukuzino, u em inanu uzatu nikara, nan an desa wada ke wa wuzi ire imum ba, arubo nan anu zatu tibuna'
E quel servitore venne e rapportò queste cose al suo signore. Allora il padron di casa, adiratosi, disse al suo servitore: Vattene prestamente per le piazze, e per le strade della città, e mena qua i mendici, ed i monchi, e gli zoppi, ed i ciechi.
22 Urere magu, Sakura, Imum me sa wa buka amara, anime ahira arani.
Poi il servitore [gli] disse: Signore, egli è stato fatto come tu ordinasti, ed ancora vi è luogo.
23 Sakura magu urere me, hana, ka tarsa tinaa, nan ti hira ti cukuzono ta amani pin me, utisam anu, barki akura am a myinca.
E il signore disse al servitore: Va' fuori per le vie, e per le siepi, e costringili ad entrare, acciocchè la mia casa sia ripiena.
24 In zinu booshi, an desa ma bezizi we unu tuba sa madi donkino nigora num.
Perciocchè io vi dico che niuno di quegli uomini ch'erano stati invitati assaggerà della mia cena.
25 Abini me, nigora nanu wazin in tanu nan me, ma gamirka magu,
OR molte turbe andavano con lui; ed egli, rivoltosi, disse loro:
26 Vat desa madi ē ahira am in daki ma game acu me, nan ka ino me, nan une me, nan ahana me, nan anu henu me ahana aroma nan nane, mada ke ma cukuno unutarsa um ba.
Se alcuno viene a me, e non odia suo padre, e [sua] madre, e la moglie, e i figliuoli, e i fratelli, e le sorelle, anzi ancora la sua propria vita, non può esser mio discepolo.
27 Vat desa dama zika uzito ume matarsam ba. Mada ke macukuno unutarsa umba.
E chiunque non porta la sua croce, e non vien dietro a me, non può esser mio discepolo.
28 Aveni anyimo ashime sa ma nyara ubara akura, mada cukuno me urso imum igebe sa madi hu, nani mazini ikirfi me sa idi bari me umara ukatuma me?
Perciocchè, chi [è colui] d'infra voi, il quale, volendo edificare una torre, non si assetti prima, e non faccia ragion della spesa, se egli ha da poterla finire?
29 Kat i cukuno sa ma mara unuka udenge me ugame umara, vat adesa wa hira me wa tubi me nibasa.
Che talora, avendo posto il fondamento, e non potendola finire, tutti coloro che [la] vedranno non prendano a beffarlo, dicendo:
30 Wa gusi, unu ugemani matubi aso da ma masizikime umasirka me.
Quest'uomo cominciò ad edificare, e non ha potuto finire.
31 Nani uya ugomo mani, ingi ma haza nikono nan ure ugomo, maki da cukuno ma bati tizze ma iri me unami madubu akure ukirau mada ke maka wuza ukara nan ugomo sa ma zin nanu anikara madubu akure are.
Ovvero, qual re, andando ad affrontarsi in battaglia con un altro re, non si assetta prima, e prende consiglio, se può con diecimila incontrarsi con quell' [altro], che vien contro a lui con ventimila?
32 Ingi mada rusa ba, dati a unigino mada pit, na ma tumi aka iko una ticukun tihuma.
Se no, mentre quel l' [altro] è ancora lontano, gli manda un'ambasciata, e lo richiede di pace.
33 Ane ani, ba uye anyimo ashi desa dama ceki imum be sa mazini ba, mada ke ma cukuno unu tarsa um.
Così adunque, niun di voi, il qual non rinunzia a tutto ciò ch'egli ha, può esser mio discepolo.
34 Muhu imum ini ihuma, ingi muhu curnome, in nyanini adi barka munini?
Il sale [è] buono, ma se il sale diviene insipido, con che lo si condirà egli?
35 Muzome in ire imumuwaza adizi, nani mu cukuno uteki. Senke akwankoni cas. De sa mazi in titui ti kuna na ma kunna.
Egli non è atto nè per terra, nè per letame; egli è gettato via. Chi ha orecchie da udire, oda.

< Uluka 14 >